Hagen di Tronje – L'ultimo dei vichinghi
La sua terra, Tronje, è una roccia sperduta all’estremo Nord, una fortezza imponente e cupa minacciata dalla furia del mare e dalle tempeste. La sua vita è legata a Worms e al suo sovrano, Gunther di Burgundia, del quale Hagen è maestro d’armi, consigliere e soprattutto amico e suddito fedele; il suo affetto e le sue preoccupazioni sono invece legati a Crimilde, sorella di Gunther.
Al ritorno da una spedizione ai confini del regno, Hagen, ferito e stravolto dalle fatiche, è accolto da tetri presagi di sventura. Gunther, del resto, lo ha sempre ritenuto un incallito pessimista. Questa volta però Hagen non s’inganna. L’arrivo di Sigfrido e dei suoi nibelunghi semina in città il germe della futura, irrevocabile sventura. La debolezza di Gunther e dei suoi fratelli, Gernot e Giselher, si manifesta in tutta la sua evidenza, così come prende forma l’amore indissolubile di Sigfrido e Crimilde. Ma è solo per amore che Sigfrido vuole chiedere a Gunther la mano della ragazza? Alberico, reticente suddito di Sigfrido, ordisce i suoi intrighi e il destino compie la sua inarrestabile marcia. Sigfrido marcia al fianco di Worms per aiutarla contro i suoi nemici, e più passa il tempo più il suo consenso e il suo potere a corte crescono. Ma Hagen ha ancora una carta da giocare.
Il viaggio di Gunther in Islanda, il confronto con Brunilde e il ruolo di Sigfrido nell’intrico di raggiri e tradimenti danno alla vicenda una drammatica intensità e ne preparano il tragico esito. Quando mai si sono affrontati due eroi così antitetici? Hagen di Tronje, l’eroe cupo e solitario del Canto dei nibelunghi, il vero eroe di questo romanzo, e Sigfrido di Xanten, il più fulgido fra tutti gli eroi della mitologia nordica, l’uccisore del drago e sovrano del mitico regno dei nibelunghi. Ma Sigfrido è davvero grande e perfetto come vuole la fama che lo circonda?